Accogliere i pellegrini: una missione di drammatica attualità

Presentazione della Lettera Pastorale del Cardinale per l'anno 2017-18

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Carissimi,

anche quest'anno il cardinale Arcivescovo ci ha chiesto di meditare su di un'opera di misericordia corporale.

Seguendo il sussidio diocesano "Andata in città", siamo giunti alla quarta opera di misericordia: "alloggiare i pellegrini": "Napoli è terra d'immigrazione per la sua posizione nel Mediterraneo e per la sua storia bimillenaria. E' nata dalle grandi colonizzazioni greche e si è sempre aperta ad accogliere, fin dalla sua epoca più remota, un'infinità di popoli e di razze che ne hanno fatto un vero crogiuolo di umanità (...)

Napoli è anche terra di emigrazione. Quanti uomini e donne, costretti dall'indigenza o da una certa inospitalità hanno dovuto lasciare questa terra amata". Quante famiglie e quanti giovani ancora oggi partono da Napoli, pellegrini della speranza, chiedendo uno spazio per dare forma alla vita come impegno e fatica. Bussano alle porte del mondo, per sognare un futuro dignitoso...

Napoli, quindi, è una città chiamata ogni giorno a vivere la vocazione all'ospitalità. Il napoletano è chiamato ad essere ospitale, dovunque sia nel mondo, in primis nella sua terra verso chiunque si fa pellegrino in cerca di accoglienza.

Ecco perché il sussidio catechistico "Andate in città" propone per questa opera di misericordia tre varchi da attraversare, tre spunti di catechesi da offrire ad ogni cittadino della nostra bella Napoli, ma soprattutto ad ogni cristiano impegnato per la crescita di Napoli come di una realtà evangelica: l'ospitalità ha il volto dell'accoglienza, dell'ascolto e della condivisione.

La lettera offerta dal nostro cardinale Arcivescovo ha come titolo "accogliere i pellegrini" e sottolinea nel sottotitolo come questa oggi sia "una missione di drammatica attualità". 

Anzitutto il cardinale ci ricorda che "ogni uomo è un pellegrino e ogni pellegrino è mio fratello". Sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento è possibile trovare molteplici citazioni dell'antica ospitalità del popolo d'Israele, non ultima l'esperienza di Gesù che spesso si è fatto ospite, accolto in casa dai suoi amici.

La migrazione è un fenomeno conosciuto in tutte le epoche e da tutti i popoli. Ma soprattutto oggi questa condizione si è fatta più drammatica, a motivo dei numeri in gioco e della velocità con la quale si sta diffondendo questo fenomeno. Ci troviamo ormai di fronte ad una vera e propria emergenza, che produce un grande disagio sociale. Ed è per questo motivo che secondo il nostro vescovo non basta moltiplicare le mense o i dormitori; primo obiettivo da perseguire è quello di riscattare dal disagio e soprattutto ridare la dignità al maggior numero di persone.

A tal riguardo il cardinale è chiaro nelle sue conclusioni: la comunità ecclesiale deve diventare sempre più una "casa di accoglienza e di integrazione" attraverso lo sviluppo delle relazioni umane: molto utile potrebbe essere la risorsa del gioco, soprattutto nei campetti delle parrocchie, che sono per lo più sul nostro territorio ancora "segno di un'ospitalità " concreta e feriale.

Per ottenere questo risultato il cardinale ci ricorda che l'ospitalità deve essere sempre più "uno stile di vita" da coltivare e da implementare: "Napoli, il nostro Meridione, è una terra esperta in accoglienza. Essa ha cercato ospitalità per tanti suoi figli senza lavoro e l'ha sempre offerta ad un'infinità di gente e popoli".

Però Napoli può essere anche una città "ostile", come qualsiasi altra città: "la disponibilità verso l'altro è spesso ostacolata da un cuore ingombro". Ma se impariamo a fare a meno di tutto ciò che appesantisce la vita allora diventiamo liberi e capaci di accogliere. Infatti "solo nel reciproco perdersi può accadere l'incontro".

Restiamo in ascolto dei nostri giovani, pellegrini di questo tempo. Il prossimo sinodo dei giovani, dal titolo "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale" può essere un'ottima occasione per ridisegnare il ruolo dei giovani nel tessuto delle nostre comunità e renderli maggiormente protagonisti della vita sociale ed ecclesiale.

L'augurio del cardinale, al termine della lettera, è molto significativo: "Avanti con lo sguardo e il cuore". E da questo augurio formulo i propositi su cui lavorare in questo anno parrocchiale: lavoriamo sul nostro cuore, per renderlo più accogliente e ospitale. Evitiamo "snobbismi" e amiamo il fratello nella sua diversità, senza preconcetti e timori.

Il Signore non farà mancare la sua benedizione su coloro che avranno con coraggio accettato la sfida di perdere qualcosa di sè pur di ritrovare la ricchezza di un fratello!!!

don Modesto

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INFO SULLA PARROCCHIA

La chiesa si trova nella periferia orientale di Napoli, nel quartiere denominato San Giovanni a Teduccio; una zona di Napoli che, pur non essendo molto vasta (2.35 km²), sino al 1926 era comune autonomo, sorto sulla antica Via delle Calabrie.