La natura della liturgia cattolica

Primo incontro di formazione liturgica

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Mercoledì 20 Gennaio 2021 si è tenuto in parrocchia il primo incontro di formazione liturgica di quest'anno a cura di Riccardo Maria Formicola.
Di seguito alcuni appunti su cui meditare da casa.
 
La preghiera liturgica
La liturgia della Chiesa Cattolica si è sviluppata “da ogni lato”, cioè secondo il tempo, il luogo e tutte le forme della civiltà. Essa possiede uno sviluppo storico che in qualche modo, con il passare del tempo, l’ha oggettivata, cioè ne ha chiarito la natura e la forma.
“Lo scopo prossimo e specifico della liturgia non è quello di dar espressione al culto individuale di Dio: essa non deve edificare il singolo come tale, suscitare ed educare la sua vita religiosa. Nella liturgia non è il singolo che agisce e che prega. E neppure il complesso di una molteplicità di persone, come potrebbe essere la riunione in una chiesa, di una comunità, quale mera unità nel tempo, nello spazio, nei sentimenti. L’ io della liturgia è piuttosto l’unione della comunità credente come tale è, insomma, la Chiesa”.
Dunque: no espressione singolo, no somma matematica dei presenti.
-La liturgia non deve essere la forma esclusiva della vita religiosa comune e privata, quanto piuttosto la fonte e il culmine. Cosa c’è in mezzo? La vita di pietà, la preghiera personale.
In questo senso la liturgia è lex orandi: legge per ogni preghiera.
Rapporto liturgia-dogma (Perché non decidiamo noi i contenuti della preghiera)
“Buona è solo quella preghiera che viene dalla verità. Il che non significa soltanto che essa non può procedere dall’errore, ma anche che deve scaturire dalla piena verità. La verità rende potente la preghiera, comunicandole quel vigore aspro, ma vivificante e preservatore senza del quale essa riesce debole e sdolcinata”.
“La liturgia non è null’altro che il dogma pregato, la verità rivissuta pregando”.
“Soltanto una verità così ricca non stancherà mai”.
Actuosa participatio
Definizione e specificazione.
Occorre declinare il senso della Partecipazione: fare delle cose? Capire il proprio ruolo? A che livello si pone il senso della partecipazione?
Perché la partecipazione sia piena occorre il sacrificio del proprio io: la liturgia, infatti, prevede che non vi sia una personalizzazione del mistero celebrato, ma, al contrario, che si venga portati in alto dal rito.
La liturgia, nella sua espressione comunitaria, presuppone anche una bella scuola di umiltà: non faccio ciò che mi piace, ma ciò che è giusto.
Approfondire in merito l’emozione interiore, il sentimento liturgico dal testo di Guardini.
“La preghiera della Chiesa non mette in pubblico i misteri del cuore. Essa si trattiene nella sfera del pensiero e del simbolo; suscita certamente profondissimi e delicatissimi moti e processi spirituali, ma li lascia, però, nello stesso tempo, nella loro segreta intimità.”
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INFO SULLA PARROCCHIA

La chiesa si trova nella periferia orientale di Napoli, nel quartiere denominato San Giovanni a Teduccio; una zona di Napoli che, pur non essendo molto vasta (2.35 km²), sino al 1926 era comune autonomo, sorto sulla antica Via delle Calabrie.