Vangelo del Giorno

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 11,16-19.


In quel tempo, Gesù disse alla folla: «A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
E' venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio.
E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere».


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Commento di San Gregorio Magno (ca 540-604), papa, dottore della Chiesa
"Non è l'orecchio, che è giudice delle parole, come dei sapori il palato dell'uomo che mangia?" (Gb 12,11 Vg) Non sfugge ad alcuno che i cinque sensi del corpo, la vista, l'udito, il gusto, l'odorato e il tatto, in tutto ciò che sentono e distinguono traggono dal cervello il potere di distinguere e sentire. E se il senso del cervello è il giudice unico che presiede in noi, è tuttavia grazie agli organi loro propri che esso distingue i cinque sensi, in quanto Dio opera questa meraviglia: l'occhio non sente, l'orecchio non vede, la bocca non sente, le narici non gustano e le mani non odorano. E infine, se l'ordine di queste azioni deriva dal senso del cervello, rimane che ognuno dei sensi non può esercitare che l'azione che esso ha ricevuto dall'ordine stesso del supremo architetto.

Da queste considerazioni fisiologiche ed esteriori occorre trarre conclusioni interiori e spirituali: dobbiamo oltrepassare quanto in noi si manifesta al mondo per andare a ciò che in noi è segreto e sfugge a noi stessi. Occorre infatti osservare che se la sapienza è una in se stessa, ella risiede negli individui in gradi diversi; ella accorda tale potere ad uno, ad un altro o ad un altro ancora, e, come il cervello, fa di noi persone dei sensi specializzati, così che, senza mai essere dissimile da sé, agisce tuttavia per nostro mezzo, in sensi vari ed opere diverse, poiché uno riceve il dono della sapienza, l'altro della scienza, uno possiede le diversità delle lingue, l'altro il carisma delle guarigioni.


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