Oratorio estivo e covid-19 sembrano essere due nozioni distanti anni luce, esistenziali ossimorici, rette parallele che non possono mai incontrarsi.
Eppure a san Giuseppe e Madonna di Lourdes, nel rione Nuova Villa di san Giovanni a Teduccio, non è stato così.
La terribile pandemia che ha colpito l’intero pianeta – e in maniera piuttosto virulenta anche la nostra Italia – ha sicuramente segnato il nostro modo di pensare e di agire.In particolare, il concetto di distanziamento sociale ha caratterizzato il graduale ritorno alla normalità dopo la fine della quarantena precauzionale.
È chiaro che non si può vivere solo di idee, pensieri e sentimenti, le relazioni umane e quindi cristiane necessitano della carne. La carnalità, o meglio prossimità, è un concetto decisivo dell’esperienza cristiana: alla maniera in cui Dio si è fatto vicino all’uomo nell’Incarnazione, così ognuno di noi è chiamato a riconoscersi prossimo del proprio fratello.
L’oratorio è per eccellenza il luogo dove ci si forma a questa prossimità. Lungi dall’essere semplice divertimento e attivismo, il GREst è palestra di fede e relazioni autenticamente cristiane.
Come si può conciliare la norma del distanziamento con la quotidianità di un’attività estiva per bambini?
È servita un po’ di fantasia unita alla seria disponibilità di seguire le regole indicate dalle autorità come necessarie alla messa in pratica di un progetto di oratorio.
Seguendo le disposizioni fornite dall’ente comunale, si è potuto procedere alla stesura di un progetto che indicasse la modalità in cui le norme per il contenimento della pandemia da covid-19 venissero rispettate negli ambienti della parrocchia durante le attività.
Bambini sempre accompagnati, triage, sanificazione delle mani dopo ogni gioco, suddivisione in piccoli gruppi che non entrano mai in comunicazione fra di loro, assistenza speciale per bambini con disabilità, sanificazione serale degli oggetti e delle aree e molte altre sono state le attenzioni necessarie.
Il tutto corredato da una precisa formazione contestuale rivolta agli animatori volontari che hanno collaborato nella realizzazione del progetto.
“Occhi nuovi”: questo il motto del GREst 2020.
Una richiesta al Signore, un dono da accogliere, una speranza di novità, un’apertura alla Provvidenza che può scrivere diritto anche sulla riga storta di questa pandemia.
Occhi nuovi è, quindi, una possibilità reale per chi forse è stato segnato più di tutti dall’esperienza della quarantena: i più piccoli, i bambini.
Per quanto riguarda le attività, la giornata oratoriale si articola nel solo pomeriggio: oltre a giochi distanziati ed attività laboratoriali come canto e ballo, vi è una storia, una trama, che accompagna quotidianamente i partecipanti alla riflessione tramite parole chiave che vengono loro consegnate all’inizio di ogni pomeriggio. La storia e alcune attività sono state prese dal sussidio “Si può fare” edito dai salesiani di Torino per il gruppo estivo del 2010.
Non poteva mancare nell’anno in cui la virtualità ha mostrato tutte le sue potenzialità anche una riflessione sull’utilizzo di internet e dei social media in generale. Molteplici sono state le riflessioni in questa direzione offerte ai bambini.
L’oratorio, inoltre, è risultato potenziato proprio dall’apertura di profili social ad esso dedicati e tramite i quali interagire con le attività del GREst.
La durata complessiva è stata di 3 settimane e si è svolta in una delle aree esterne della parrocchia.
Per rispettarele indicazioni normative circa un numero proporzionato fra bambini ed animatori e per far fronte alle richieste di tanti ragazzi si è strutturato anche un percorso dedicato agli adolescenti, con un vero e proprio oratorio parallelo, strutturalmente separato da quello dei bambini. Anche per loro, non è mancato il divertimento e i giochi, sempre nell’ottica della crescita umana e spirituale: ogni pomeriggio la lettura del Vangelo del giornola relativa spiegazione e le risonanze dei ragazzi sono stati un eccezionale tempo di preghiera.
In conclusione, si può affermare che è stato molto difficile fare oratorio in un contesto del genere, uscire da se stessi e da schemi pre-consolidati è stata una condizione necessaria, e ha richiesto sforzo e passione.
Nella speranza di aver ricevuto occhi nuovi con cui guardare il mondo e la propria vita, resta la certezza di essersi spesi, con gioia, nel servizio dell’edificazione della comunità che passa anche dalla carnalità, distanziata, del GREst.
Riccardo Maria Formicola