AI FEDELI delle comunità del IX decanato della Diocesi di Napoli
AL MINISTRO DEGLI INTERNI
AL PREFETTO DI NAPOLI
AI SINDACI DI Napoli, Cercola, Massa di Somma, Pollena e Volla
AL PRESIDENTE della VI Municipalità di Napoli
Ci rivolgiamo a voi, cari fedeli, manifestandovi la nostra vicinanza per i numerosi episodi che si susseguono nel nostro territorio, omicidi, intimidazioni, stese di camorra, inquinamento da rifiuti abbandonati, che ci costringono a continui lutti, per i quali sentiamo dolore, angoscia e purtroppo impotenza.
Ci rivolgiamo anche a Voi, illustri autorità civili, per esprimervi il nostro dolore, ma anche per chiedervi impegni concreti.
Siamo Parroci e Sacerdoti di 28 parrocchie della Diocesi di Napoli, nella zona Est della città (Ponticelli, Barra, san Giovanni, Cercola, Pollena, Massa di Somma e Volla). Nel nostro territorio, nei nostri comuni e nei nostri quartieri una cosa più grave, ancor più della violenza, è il degrado. Esso è il concime della violenza, il letto nel quale il fiume della malavita scorre tranquillamente invadendo le nostre strade. La maggiore gravità del degrado è legata al fatto che, mentre la violenza ha i suoi fautori (malavitosi, violenti, balordi, arroganti), esso, invece, è conseguenza di un abbandono sistematico da parte degli uomini di potere, delle politiche miopi o cieche, dell’assenza reiterata di interventi per riorientare le tendenze negative e guidare la popolazione. Siamo convinti che dobbiamo affrontare il degrado!
Se, dunque, bisogna combattere il degrado, bisogna anche sconfiggere la rassegnazione in cui viviamo. Tutti, purtroppo, si sono abituati allo status quo e, soprattutto, alla solitudine istituzionale: i cittadini onesti, i piccoli, gli anziani, gli intellettuali, comprese le nostre comunità parrocchiali.
Al degrado e alla rassegnazione si aggiunge poi la paura: la paura è il sentimento che paralizza, che non rende possibile alcuna reazione per uscire dall’oppressione o dalla condizione di malessere. Ci dobbiamo convincere che è necessario avere il coraggio di affrontare le situazioni e di impegnarci in un cammino comune; non dobbiamo permettere alla paura di bloccare la nostra voglia di vivere! Piuttosto, dobbiamo uscire dalla solitudine imparando a fare “rete”, a partecipare alle iniziative promosse sul territorio, per denunciare il degrado e la violenza, appoggiandoci gli uni agli altri. Insieme, come comunità cristiane, sentiamo di doverci dare coraggio, di doverci stringere reciprocamente per andare avanti, di dare buona testimonianza.
Pertanto, come pastori oggi continuiamo ad impegnarci ad educare le nostre comunità perché sviluppino una coscienza critica capace di dare un contributo concreto al bene comune e alla legalità.
Vi scriviamo, carissimi, perché non basta la nostra buona volontà, per ottenere quanto sopra detto. Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti. Oggi vorremmo promettere ai nostri bambini e ai nostri ragazzi che ci impegneremo per garantire loro di poter scendere in strada senza il pericolo di essere feriti o peggio uccisi da un proiettile vagante.
Oggi vorremmo promettere ai nostri giovani che ci impegniamo affinché possano liberamente frequentare i luoghi di incontro, senza temere di essere vittime di qualche prepotente. Oggi vorremmo promettere ai nostri anziani che ci impegneremo perché non debbano più temere dei piccoli bulletti, o degli sprovveduti, che guidano in maniera impropria un motorino e che rischiano di falciarli. Oggi vorremmo promettere a tutte le mamme che ci impegneremo perché possano portare serenamente i propri bambini in un parco pubblico senza temere l’arroganza o il degrado. Ma tutto questo sarà possibile solo grazie all’impegno di ciascuno di noi fedeli e istituzioni.
Pertanto, abbiamo bisogno di una maggiore presenza dello Stato e delle sue istituzioni, a tutti i livelli, perché vi siano finalmente politiche serie, programmate, concertate, impegno per il bene comune e vero coinvolgimento sociale: cari politici, cari dirigenti dei vari organi istituzionali, abbiamo bisogno del vostro impegno ad investire tempo, intelligenze, ascolto e risorse per poter affrontare con coscienza la delicata realtà in cui viviamo per iniziare un processo di cambiamento.
Cari fedeli, abbiamo bisogno anche di voi: noi ci impegniamo come pastori a non lasciarvi soli, a non permettere che la mancanza di speranza oscuri il futuro del nostro territorio. Abbiamo però bisogno che voi vi impegnate a credere nel bene che ancora si può fare nei nostri quartieri e nelle nostre città, per scrivere insieme una pagina nuova della storia della nostra gente, una storia che può cambiare, se ognuno di noi ci mette anzitutto la “faccia”. Come ci ha invitati il nostro Cardinale nell’ultima Lettera pastorale rompiamo ogni indugio, formiamo insieme una cordata per cingere idealmente la nostra città, per vivificare la presenza di Dio nel cuore della nostra gente! Dobbiamo correre al capezzale della città e seguirla nel suo faticoso cammino di guarigione e di ripresa sociale, coinvolgendo tutte le forze disponibili del territorio.
Cari giovani, a voi il “testimone” di questo nostro impegno: voi siete il nostro futuro, ma soprattutto l’unico presente che abbiamo. A voi avremmo voluto consegnare un luogo più vivibile e sicuro. Da voi ci aspettiamo idee ed energie nuove per cambiare un sistema che da soli forse non riusciamo più a cambiare.
A Dio, al cui servizio noi ci siamo consacrati, va la nostra preghiera perché apra strade nuove e ci aiuti ad innescare processi che riescano a realizzare quanto è giusto fare per il bene della nostra gente.
I Sacerdoti del IX decanato
Napoli, 7 novembre 2018