Vangelo del Giorno

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,29-33.


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante;
quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina.
Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».


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Commento di Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo
"Fammi conoscere, Signore, la mia fine, quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto fragile io sono" (Sal 39,5). Se tu mi facessi conoscere la mia fine, dice il salmista, e qual è il numero dei miei giorni, potrei così sapere quanto è breve la mia vita. O forse, con tali parole, sembra ancora dire questo: ogni attività ha un fine; per esempio il fine di un'impresa di costruzioni è edificare una casa; il fine di un cantiere navale è quello di costruire una nave in grado di dominare i flutti del mare e di sopportare l'assalto dei venti; e il fine di ogni attività è qualche cosa di simile per il quale il mestiere stesso sembra inventato. Così forse c'è anche un certo fine della nostra vita e del mondo intero per il quale si fa tutto ciò che si fa nella vita, o per il quale il mondo stesso è stato creato o sussiste. Di questo fine, anche l'apostolo Paolo si ricorda quando dice: "Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre" (1 Cor 15,24). Verso questa fine bisogna certamente affrettarsi, poiché è il premio stesso dell'opera, quello per cui siamo creati da Dio.

Come il nostro corpo, piccolo e ridotto al suo inizio, si sviluppa e tende al termine della sua grandezza crescendo in età, e ancora come la nostra anima (...) riceve un linguaggio dapprima balbuziente, poi in seguito più chiaro, per arrivare infine a un modo di esprimersi perfetto e corretto, così anche tutta la nostra vita inizia ora, certo, come balbuziente tra gli uomini sulla terra, ma si compie e giunge al suo apice nei cieli presso Dio.

Per questo motivo, il profeta desidera conoscere il fine per il quale egli è stato fatto, perché, guardando il fine, esaminando i suoi giorni e considerando la sua perfezione, egli possa vedere ciò che gli manca rispetto a questo fine a cui tende. (...) È come se coloro che sono usciti dall'Egitto avessero detto: «Fammi conoscere, Signore, il mio fine» che è una terra buona e una terra santa, «e il numero dei miei giorni» dove cammino, «perché io sappia ciò che mi manca», quanto mi resta finché io arrivi alla terra santa che mi è promessa.


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